Il Naviglio di Bereguardo

Nato come collegamento fra Milano e Pavia, il Naviglio di Bereguardo fu uno dei canali più importanti per lo sviluppo del ducato poiché permetteva di importare le merci in arrivo dall’Adriatico, da Venezia e dall’Oriente.

Ma di tutti i prodotti trasportati sulle sue acque, il Naviglio di Bereguardo fu fondamentale come via del sale, un bene di consumo prezioso e di cui c’era costante bisogno.

Il Naviglio di Bereguardo: caratteristiche

Il Naviglio di Bereguardo preleva le acque dal Naviglio Grande all’altezza di Castelletto di Abbiategrasso e scorre in una lunghissima tratta rettilinea fino a Bereguardo, in provincia di Pavia.

Ha una lunghezza totale di quasi 19 km e un dislivello di circa 25 metri che, come gli altri Navigli di Milano, è possibile superare grazie a una serie di 12 conche.

Se la sua storia è stata fondamentale per la crescita di Milano, oggi può essere percorso solamente a piedi o in bicicletta lungo le sue alzaie per godere degli splendidi panorami bucolici del Parco del Ticino.

1. Storia

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Il primo a parlare di un possibile canale di collegamento fra Milano e Pavia du Filippo Maria Visconti nel 1420, tuttavia i lavori non iniziarono prima del 1457 su comando di Francesco I Sforza, successore al Ducato di Milano.

La realizzazione richiese diversi anni e fu completata solamente nel 1470, sostituendo – di fatto – il vecchio Navigliaccio e restando l’unica via verso l’Adriatico fino al 1819, quando fu costruito il Naviglio Pavese.

Da quel momento il Naviglio di Bereguardo fu declassato a semplice canale irriguo.

Per quanto preziosissimo per il suo ruolo commerciale, infatti, il Bereguardo aveva un grande problema: tutti i carichi dovevano essere trasportate via terra per 3 km per passare dal Ticino al Naviglio Grande e questo faceva aumentare i tempi di trasporto, gli sforzi necessari e i costi finali.

2. La rotta commerciale

Perché costruire un canale che attraversasse la bassa padana fino al mare?

Dato che Milano non aveva accesso alla costa ma la Darsena era uno dei porti più attivi e prolifici d’Italia, aveva l’esigenza di espandere la sua capacità commerciale per approvvigionarsi di merci preziose, prime fra tutte il sale ma non solo.

I prodotti che hanno transitato lungo le sue acque spaziano da tessuti e spezie provenienti dall’Oriente ai prodotti tipici della bassa padana come grana padano, vino, prosciutti e legname.

Ma se la tratta era soprannominata “via del sale” è chiaro che il bene più importante fosse proprio lui, tanto che fu oggetto di un trattato fra i Dogi veneziani e il Duca di Milano per regolamentare il suo approvvigionamento.

A un certo punto, però, Venezia volle sviluppare la sua rete commerciale su terraferma, minando i rapporti con il Ducato di Milano che quindi si rivolse in parte a Genova per l’approvvigionamento di sale, sempre sfruttando il Bereguardo.

3. Oggi, un canale irriguo

Bereguardo

Il Naviglio di Bereguardo fu sempre utilizzato come canale commerciale e mai turistico, a differenza di altri Navigli come quello della Martesana, ad esempio.

Tuttavia la scomodità di dover trasbordare via terra i carichi per portarli dal Ticino al Naviglio Grande aveva privilegiato l’uso del Naviglio Pavese per i trasporti e presto il Bereguardo fu declassato e utilizzato unicamente come canale irriguo.

Oggi mantiene questa sua natura ma è anche molto sfruttato per la sua pista ciclabile (circa 22 km) che permette di immergersi in luoghi verdi di grande bellezza all’interno del Parco del Ticino ma anche poter fermarsi a visitare luoghi storici particolarmente meritevoli come l’Abbazia di Morimondo o il castello di Bereguardo.