I Navigli di Milano

Di giorno fanno da sfondo a una Milano lavoratrice, sempre di corsa, sempre in ritardo, ma di notte si trasformano nel cuore pulsante della movida milanese.

Se visiti Milano, non puoi assolutamente perderti la zona dei Navigli, i suoi bar, i suoi locali alla moda ma anche i piccoli negozi, i palazzi moderni che si alternano agli edifici liberty, ai mattoni rossi dell’architettura viscontea, ai graffiti sui muri di cemento.

Fascino, storia e contrasti si fondono in questi lunghi canali che tutto il mondo conosce come “I Navigli di Milano”.

Cosa sono i Navigli di Milano?

I Navigli di Milano sono un sistema di canali navigabili che attraversa il capoluogo lombardo.

Un tempo utilizzati come crocevia per il trasporto di merci, i Navigli si estendono per chilometri collegando Milano al Lago Maggiore, al Lago di Como, al fiume Po (e quindi allo sbocco sull’Adriatico) e alla zona del Ticino, che a sua volta collegava l’Italia alla via dell’acqua verso il Nord Europa.

Una rete commerciale che è stata di fondamentale valore per lo sviluppo economico della città, a cui anche il grande Leonardo Da Vinci ha dato il proprio contributo.

Non solo indispensabili strade d’acqua per il commercio ma anche una preziosa risorsa idrica per i campi di tutte le aree circostanti che a loro volta hanno potuto svilupparsi e crescere, dando vita a comunità che, con il tempo, si sono trasformate nelle centinaia di città dell’Hinterland.

  • Descrizione

I Navigli che componevano il sistema originario erano 9:

  • il Naviglio Grande
  • il Naviglio Pavese
  • il Naviglio della Martesana
  • il Naviglio di Paderno
  • il Naviglio Bereguardo
  • il Navigliaccio (o Naviglio Vecchio)
  • la Cerchia dei Navigli
  • il Naviglio di San Marco
  • il Naviglio Vallone

Oggi gli ultimi 3 della lista non esistono più e solamente la Darsena di Porta Ticinese (che è stata ripristinata nel 2015 in occasione dell’Expo) è rimasta a fare da unico specchio d’acqua artificiale.

  • L’area dei Navigli: cenni storici

Ci sono voluti 7 secoli per completare la costruzione dei Navigli, dal XII al XIX secolo.

Una rete complessa che vedeva come protagonista il Naviglio Grande, realizzato nel XII secolo e controllato da un sistema di dighe inventato da Leonardo Da Vinci in persona nel XV secolo (ancora oggi è possibile vedere quella del Naviglio Pavese).

Nel 1457, Francesco Sforza, Signore di Milano, ordinò la realizzazione di un secondo Naviglio, quello della Martesana mentre nel 1482, Ludovico il Moro commissionò a Leonardo un sistema per connettere il Lago di Como a Milano.

E’ possibile ammirare le bozze dei suoi progetti al Museo dei Navigli.

Il marmo utilizzato per costruire il Duomo di Milano fu fatto transitare proprio lungo questi canali.

Nel 1805 Napoleone ordinò il completamento di un altro canale, quello del Naviglio Pavese.

Con lo sviluppo della rete ferroviaria, l’uso dei canali per il trasporto di merci si fece via via sempre meno intenso, fino ad essere del tutto abbandonato con la prima comparsa delle automobili, quando i Navigli vennero utilizzati principalmente come scolo dei reflui delle industrie.

Oggi buona parte dei Navigli è stata interrata, lasciando alla “Zona dei Navigli” collegata alla Darsena solamente il Naviglio Grande e il Naviglio Pavese.

I Navigli di Milano: come arrivare

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  • Coi mezzi pubblici

Metropolitana – linea MM2, fermata Porta Genova o Sant’Agostino

Autobus – 2, 3, 9, 47, 74

  • In auto

Parcheggiare lungo i Navigli è un’impresa tanto epica quanto la loro costruzione, sia di giorno che la sera.

Se hai raggiunto Milano in auto, ti consigliamo di lasciare la macchina in uno dei parcheggi alle porte della città che intersecano la linea metropolitana:

  • Cascina Gobba (Linea Verde)
  • Famagosta (Linea verde)
  • Bisceglie (Linea Rossa)
  • Lampugnano (Linea Rossa)
  • Molino Dorino (Linea Rossa)
  • San Donato (Linea Gialla)

Dalla Linea Verde è possibile raggiungere direttamente le stazioni di Porta Genova o Sant’Agostino (le più vicine ai Navigli) mentre con le altre linee sarà necessario cambiare a Milano Centrale, Milano Cadorna o a un’altra stazione di interscambio della linea ATM.

  • In treno

Per acquistare i biglietti o consultare gli orari delle stazioni ferroviarie Milano Centrale, Milano Porta Garibaldi e Milano Porta Genova è possibile visitare il sito di Trenitalia.

Se si raggiunge Milano dalla stazione di Milano Cadorna, è possibile consultare il sito di TreNord.

In tutte le stazioni citate è presente il collegamento alla Linea Metropolitana Verde.

  • In aereo

Linate

Autobus di linea ATM n. 73, fermata Piazza San Babila. Da qui si accede alla rete metropolitana sulla Linea Rossa.

Malpensa

Tramite il Malpensa Shuttle fino alla stazione di Milano Centrale, sulla Linea Metropolitana Verde.

Tramite il Malpensa Express che collega l’aeroporto con la stazione di Milano Cadorna, da cui si accede all’interscambio metro con la Linea Verde.

Orio al Serio (BG)

Attraverso l’Orio Shuttle che arriva alla stazione Milano Centrale. Da qui si accede all’interscambio con la Linea Verde.

I Navigli di Milano: cosa sono e cosa vedere

Cosa sono oggi i Navigli?

Sono il fulcro di uno dei quartieri più variopinti, trendy e pittoreschi di Milano.

L’area dei Navigli ha inizio dalla Darsena in Porta Ticinese, da cui si diramano i due corsi d’acqua.

Una lunga passeggiata in cui si alternano innumerevoli ponticelli che attraversano i canali navigabili, vicoletti con grandi portoni in legno che nascondono le famose case di ringhiera, tipiche dell’architettura milanese, negozi alternativi, antiquari, botteghe d’arte, atelier di moda, librerie e una costellazione di bar, ristoranti etnici e locali che alla sera trasformano queste strade nel quartiere degli aperitivi, della musica e della vita notturna.

Da brava milanese, ho innumerevoli ricordi di questa zona e tante “prime volte”: le lezioni saltate per scappare alla Fiera di Sinigaglia con le amiche, a comprare giacche militari e coloranti rosa per capelli; il mio primo lavoro dopo l’università, presso uno studio di architettura sull’Alzaia del Naviglio Grande; il mio secondo lavoro, in uno studio di posa in via Tortona; il primo live del mio gruppo preferito… la prima mostra d’arte indipendente…

Una zona ricca di contrasti che ti sa ammaliare e che merita di essere vissuta appieno.

Anzi, prima di metterti le gambe in spalla alla scoperta di questa vasta area, gustati un buon caffè al mio bar preferito, il Corner Rock Bar, chiedi di Luca e digli che Francesca lo saluta! Ti consiglio vivamente i suoi panini!

Tante le cose da fare e da vedere, e non è un caso se perfino il New York Times ha inserito il corso di Ripa di Porta Ticinese tra le 12 strade più belle su cui passeggiare in Europa.

Chiesa di San Cristoforo sul Naviglio

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Proprio al di là di un piccolo ponticello che collega i due versanti del Naviglio Grande (ed esattamente di fronte al bar di Luca), troviamo la splendida Chiesa di San Cristoforo sul Naviglio, edificio costruito fra il XIII e il XV secolo in stile gotico che in realtà è un complesso costituito da due chiese.

L’edificio più antico è quello di sinistra, di cui però si sa molto poco a causa della scarsa documentazione sopravvissuta ai nostri giorni.

Ciò che è noto è che apparterrebbe a una chiesa romanica costruita sulle mura di un edificio ancora più antico. Dopo la ricostruzione verso la metà del XIII secolo, in concomitanza con gli scavi del Naviglio Grande, vi fu aggiunto il portale gotico e il rosone all’incirca verso la metà del XIV secolo.

La chiesa più recente venne edificata nel XV secolo per volere di Gian Galeazzo Visconti che accolse le richieste del popolo che volevano dedicare una cappella al santo protettore degli infermi e degli appestati per celebrare la fine della grave pestilenza che aveva ucciso oltre 20.000 vittime nella sola Milano e che – si credeva – fosse terminata solo grazie all’intervento del Santo stesso.

L’interno fu trasformato per fondere le due chiese in un unico edificio nel 1625 abbattendo la parete che le separava, creando due navate.

Sulla parete accanto alla navata a sinistra sono sopravvissuti alcuni frammenti degli affreschi della scuola del Bergognone mentre l’abside mantiene gli affreschi della scuola di Bernardino Luini.

Sulla navata di destra possiamo ancora distinguere gli affreschi gotici originali e una splendida statua in legno risalente al XIV secolo raffigurante San Cristoforo e il Bambino Gesù.

Vicolo dei Lavandai

Ancora visibile al civico 14 dell’Alzaia del Naviglio Grande c’è il vicolo dei lavandai, uno scorcio praticamente intatto di storia davvero suggestivo e meritevole di una visita.

Il vicolo prende il nome al lavatoio in uso dall’Ottocento fino a metà del Novecento dove gli uomini della Confraternita Lavandai di Milano si recavano a lavare il bucato delle famiglie ricche della città.

Il lavatoio, alimentato dalle acque del Naviglio, era un vero e proprio luogo di lavoro ma con l’arrivo della Seconda Guerra Mondiale i membri della Confraternita furono sostituiti dalle donne che qui venivano per lavare i propri panni.

Oltre al lavatoio si scorge una piccola piazzetta in fondo al vicolo, la “sciostra”.

Quando i Navigli erano ancora il fulcro dell’attività commerciale della città, era qui che venivano scaricate le merci portate con le barche fino alla Darsena.

Addentrandoci in uno dei cortili adiacenti è ancora visibile una centrifuga risalente ai primi del XX secolo che veniva utilizzata per asciugare i panni. Qui sorgeva anche un’antica drogheria in cui venivano venduti gli strumenti per il bucato, come sapone, spazzole, candeggina…

Conca di Viarenna

Conca-di-Viarenna-Milano

La Conca di Viarenna (talvolta chiamata erroneamente “Conca del Naviglio”, nome del quartiere in cui si trova) è una conca di navigazione costruita fra il 1151 e il 1558 dalla Veneranda Fabbrica del Duomo.

Situata lungo il Naviglio Vallone (tanto che uno dei suoi altri nomi è proprio “Conca Vallone”), serviva per superare un dislivello di circa 2 metri che separava la Cerchia dei Navigli e la Darsena.

Ma la Conca è resa ancora più interessante dalla storia del Naviglio Vallone stesso, costruito nel 1438 su volere di Filippo Maria Visconti per facilitare la costruzione del Duomo di Milano che doveva essere ricoperto di marmo di Candoglia.

Lastre pesantissime che potevano essere spostate in modo molto più vantaggioso tramite, appunto, la navigazione.

Grazie alla Conca di Viarenna, il Naviglio Vallone poteva collegare Milano al Lago Maggiore dove erano ubicate le cave di marmo, permettendo il transito dal fiume Ticino fino al Naviglio grande, arrivare al Naviglio Vallone, entrare nella Cerchia dei Navigli e infine attraccare al Laghetto Santo Stefano che era il punto più prossimo al cantiere del Duomo.

Con la chiusura della Conca dei Navigli, anche il Naviglio Vallone fu interrato, lasciando in secca la Conca.

Duomo di Milano

C’è forse qualcuno al mondo che non conosce il Duomo di Milano?

Credo sia impossibile. Un’architettura elaborata, una storia ricca, un aspetto imponente, la sua Madonnina a vegliare sulla città e opere artistiche inestimabili ad adornare il suo interno.

La Cattedrale di Santa Maria Nascente è il simbolo di Milano. Situata nell’omonima piazza, è la chiesa più grande d’Italia e la terza nel mondo per estensione.

Come anticipavo prima, la sua storia è lunga e affascinante. Troppo lunga per essere raccontata tutta in questo articolo, dove riassumeremo solo i punti più iconici.

Basti pensare ad alcuni dei nomi più altisonanti ad aver contribuito in qualche modo alla sua realizzazione, come Leonardo da Vinci, il Bramante, Gian Lorenzo Bernini

Lo sapevi che in origine doveva essere un edificio in mattoni rossi in stile gotico lombardo?

Fu Gian Galeazzo Visconti a prendere il controllo dei lavori e a volerlo rivestire in marmo, per creare qualcosa di grandioso e al passo con le tendenze europee, a simboleggiare le ambizioni del suo Stato che sognava potesse diventare la sede di una monarchia italiana, ispirandosi ai regni di Francia e Inghilterra.

Insomma, Milano già centro di tendenza nel 1400. Come sorprenderci di com’è diventata oggi?

Ma il Duomo è famoso anche per un altro aspetto: il suo cantiere sembra non avere mai fine.

Ricordo mia nonna che mi diceva sempre “L’eterna fabrica del Dom”.

Fra i primi scavi e il completamento dei lavori, con innumerevoli architetti e capo cantieri ad alternarsi nel corso degli anni (ie. secoli), i lavori del Duomo si possono ritenere finalmente completati solo nel 1930.

Uno dei problemi più grandi a rallentare il completamento dell’opera fu la scelta della facciata. Il progetto originale del 1580 di Pellegrino Tibaldi prevedeva un basamento a due piani con enormi colonne corinzie, un’edicola nella navata centrale e obelischi ad affiancarla. Ma con la morte di Carlo Borromeo quattro anni più tardi, Tibaldi lasciò la città e la direzione dei lavori passò a Martino Bassi che inviò a Gregorio XIV un nuovo progetto del tutto diverso.

A ogni passaggio di testimone, il Duomo riusciva a crescere di un nuovo elemento, fra cui l’aggiunta della famosa Madonnina in rame dorato innalzata al completamento della guglia maggiore nel 1769 e diventata il simbolo di Milano.

Siamo nel 1805 ed è nientemeno che Napoleone Bonaparte a comandare la ripresa dei lavori per ultimare la facciata in previsione di una sua incoronazione a Re d’Italia (avvenuta il 6 maggio 1805).

Il progetto venne finalmente concluso nel 18013 ma proseguì per tutto l’Ottocento con l’erezione di statue e nuove guglie ad opera di diversi architetti.

CURIOSITÀ

Durante la guerra la Madonnina fu ricoperta di stracci per evitare che i bombardieri riconoscessero il luccichio del rivestimento dorato e lo prendessero come obiettivo per i bombardamenti.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, per fortuna, le deflagrazioni non hanno mai centrato il Duomo, pur lasciando segni dei bombardamenti aerei (ancora oggi sul portone sono visibili alcune “ferite” causate dalle bombe).

Per raccontare il Duomo servirebbe un articolo a parte, anche solo per rendere giustizia all’immensa arte che custodisce al suo interno (incluso il maestoso rosone centrale), e alle reliquie. Il mio spazio purtroppo è terminato ma ti invito a visitare il sito ufficiale per poter vedere con i tuoi occhi, anche se da remoto, il suo immenso patrimonio.

La Darsena

Unico specchio d’acqua artificiale rimasto del sistema dei Navigli di Milano, la Darsena è stata riaperta al pubblico in versione riqualificata solo di recente, grazie agli interventi di miglioramento fatti nel 2015 in occasione dell’Expo.

Oggi la Darsena di Porta Ticinese (un tempo porto di Milano) è un punto d’incontro non solo dei due Navigli ma anche di milanesi e turisti che vengono a godersi un punto particolarmente suggestivo della città.

I lavori hanno ripristinato buona parte della sua struttura originaria, riaprendo anche il suo ponte a tre arcate che era rimasto sepolto per più di un secolo.

Porta Ticinese

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Porta Ticinese è una delle 6 porte principali di Milano e si trova proprio all’inizio di Corso di Porta Ticinese, l’ingresso della zona dei Navigli.

L’arco, imponente e candido, sorge al centro di Piazza XXIV Maggio e un tempo identificava uno dei sei Sestieri storici in cui era divisa la città.

La porta fu progettata da Luigi Cagnola e costruita fra il 1802 e il 1814 in stile neoclassico. La sua posizione era volutamente strategica: collocata esternamente al tracciato delle mura spagnole, a cavallo del fossato della Darsena sul Naviglio Grande, serviva per costringere chi voleva entrare in città a pagare un dazio.

Case di ringhiera

Tipiche dell’architettura milanese e predominanti nella zona dei Navigli sono le famose case di ringhiera, facilmente riconoscibili perché per tradizione sono di colore giallo o rosso.

Dall’esterno sembrano normali palazzi dal grande portone in legno ma all’interno troviamo ampi cortili da cui si diramano le scale che portano ai ballatoi, lunghissimi balconi che fanno da passerella fra gli ingressi delle diverse abitazioni.

Vogatori sul Naviglio Grande

Uno dei simboli dei Navigli sono i suoi Canottieri, storica società di canottaggio che ancor oggi si allena lungo il canale. Vederli sfrecciare con le lunghe imbarcazioni affusolate dai colori vivaci lungo il Naviglio non è affatto cosa rara, tanto da essere diventato un’attrazione turistica.

Fondata nel 1890, oltre al canottaggio la società abbraccia altri sport acquatici e non, come nuoto, pallanuoto, tennis e atletica.

Sono tantissimi i campioni passati da qui, alcuni divenuti vincitori di medaglie olimpiche.