Richard Ginori Milano

Richard Ginori Milano è stata più di un’azienda che ha dato lavoro a centinaia di operai nel periodo di massima espansione industriale della città.

Con il suo approccio innovativo alla produzione e la particolare attenzione sociale verso i dipendenti, ha saputo imprimersi nella storia e nei cuori dei milanesi come solo pochi altri nomi hanno saputo fare.

Richard Ginori Milano

Ancor oggi è impossibile parlare di ceramica e porcellana senza pensare ai piatti Richard Ginori di Milano.

Un marchio diventato famoso in tutto il mondo per i suoi prodotti e per aver rivoluzionato il concetto di “tavola”, creando piatti, tazze e tazzine in un materiale duttile che poteva essere personalizzato ma soprattutto venduto anche alle classi non nobili – con un vero boom di mercato.

Ma com’è nata l’azienda? E com’è arrivata ad essere ciò che è diventata?

1. La storia

Richard-Ginori-fabbrica

Prima ancora di Richard Ginori, c’era un periodo storico particolare e un marchese fiorentino con una grande passione per la porcellana.

Tutto ha inizio a Doccia, alle porte di Firenze, nel 1735, quando il marchese Carlo Andrea Ginori avvia una piccola fabbrica che negli anni diventerà un’icona, tanto da diventare parte – oggi – del marchio Gucci.

Il Settecento è un momento clou per la porcellana, materiale considerato di finissimo pregio e con cui si potevano realizzare oggetti di ogni tipo. In Europa le prime aziende sfornano complessi oggetti artistici, dai candelabri alle statuine o ai decori per la casa ma anche accessori di moda e oggetti di uso quotidiano.

Il marchese Ginori coglie subito l’opportunità e va oltre la moda del momento, iniziando a creare oggetti capaci di unire tradizione e tendenze moderne.

Proprio grazie a questa visione, la manifattura di Doccia diventa presto un punto di riferimento per la porcellana su scala internazionale.

Tutte le residenze e i palazzi signorili dell’epoca facevano gran sfoggio delle porcellane Ginori, considerate oggetti di raffinatezza ed eleganza.

Proprio in questo periodo l’azienda inizia a dar vita a nuovi motivi, come quello intrecciato, e ad arricchire le collezioni con decori pregiati, come quelli in oro.

  • Storia della Società Ceramica Richard

Per raccontare la storia della Società Ceramica Richard bisogna partire dalla Società per la fabbricazione delle porcellane lombarde della Gindrand, fondata nel 1830 e ceduta nel 1833 al nobile Luigi Tinelli che lo stesso anno costruì il famoso gigantesco stabilimento di produzione sul Naviglio Grande.

Ma il vero cambiamento avvenne nel 1842 quando Giulio Richard rileva dal nobile Tinelli la fabbrica e la dà una nuova avvenieristica direzione: non solo artefatti pregiati destinati ai ricchi ma oggetti di uso comune alla portata anche delle classi meno abbienti.

L’idea gli valse subito ottime vendite e nel 1873 Richard fonda la Società Ceramica Richard che nel 1877 sarà quotata alla Borsa di Milano.

  • Acquisizione Manifattura Palme (1887)

Nel 1887 la Società Ceramica Richard decide di espandere la produzione ed acquista lo stabilimento della Manifattura Palme, azienda molto ben avviata e nota su tutto il territorio situata a Pisa che già produceva terraglie e oggetti di vetreria.

L’idea era quella di approfittare delle quote di esportazione già molto consolidate dell’azienda, approfittando al contempo della vicinanza al mare (che avrebbe facilitato i trasferimenti) e della sua posizione al centro dell’Italia grazie alla quale poteva ampliare la sua rete commerciale a livello nazionale.

  • Nascita della Richard Ginori (1896)

La Richard Ginori nasce l’11 ottobre 1896 quando la Società Ceramica Richard si fonde con la Porcellana Ginori di Doccia e, oltre allo stabilimento, acquisisce anche i 6 punti vendita di Firenze, Bologna, Torino, Roma e Napoli.

I Richard introducono da subito grandi cambiamenti all’interno degli stabilimenti di Doccia, dai miglioramenti industriali con nuovi forni e ampliamento dei fabbricati, all’introduzione di tecniche di decorazione più efficaci ed economiche rispetto alla pittura a mano, e soprattutto viene ampliata la produzione degli isolatori elettrici, supplendo all’enorme richiesta del mercato.

La Richard Ginori resta un’azienda fiorente per oltre un secolo ampliandosi e rinnovandosi costantemente, tanto che nel 1965 fa una nuova acquisizione e si fonde con la Società Ceramica Italiana di Laveno.

  • La creazione del ponte levatoio (1908)

Lo stabilimento di San Cristoforo, sviluppato sulle rive del Naviglio per poter sfruttare il trasporto fluviale, ebbe l’intuizione di collegarsi anche alla rete ferroviaria della vicina linea Milano-Mortara.

L’unico ostacolo da superare era proprio la presenza del Naviglio che separava la Richard Ginori dai binari, ed ecco che allora fu progettato un ponte con meccanismo a levatoio in cui i vagoni  potevano transitare e addirittura entrare all’interno dello spazio esterno della fabbrica senza ostacolare il passaggio fluviale.

Il ponte, grande e insolitamente dipinto di verde chiaro, è fra le strutture ancor oggi più iconiche della zona di Porta Genova.

  • La cittadella operaia

Come dicevamo in apertura, Richard Ginori fu pioniere anche nella gestione degli operai, tanto che nei primi anni del 1900 fece costruire una piccola città (“la cittadella”) con le case per gli operai e gli impiegati, oltre che a una scuola e a tutti i servizi necessari per il sostentamento, servizi sanitari inclusi.

  • Novecento e anni Duemila

Dal 1923 al 1933 il marchio ha un vero e proprio boom quando la direzione artistica viene affidata a Gio Ponti e la linea Richard Ginori assume nuove dimensioni di design decisamente più contemporaneo.

Dagli anni ‘70 in poi la Richard Ginori vede un susseguirsi di passaggi, suddivisioni e cambiamenti che d’altronde riflettono un panorama socio-economico (e storico) completamente differente da ciò che era stato fino a quel momento.

  • 1970 – L’azienda diventa una controllata della Finanziaria Sviluppo;
  • 1973 – Viene ceduta a Liquigas;
  • 1975 – La Società Italiana Richard-Ginori si fonde con il marchio Pozzi dando vita alla struttura unica Pozzi-Ginori;
  • 1977 – La società viene trasferita al gruppo assicurativo SAI;
  • 1993 – Pozzi-Ginori si separa dando vita a due rami distinti: la parte arredobagno viene acquistata dalla Sanitec Corporation mentre la Manifattura Richard Ginori  viene rilevata da Pagnossin, leader italiano dei servizi da tavola;
  • 2006 – Bormioli Rocco & Figli entra nella proprietà del marchio Richard Ginori, determinata a trasformare la linea produttiva affinché i prodotti potessero essere inseriti all’interno delle grandi catene di distribuzione;

A questo punto buona parte della fabbricazione non avveniva più in Italia, scelta necessaria per ridurre i costi di produzione.

Bormioli esce dal quadro nel dicembre dello stesso anno ma purtroppo la situazione finanziaria di Richard Ginori è tutt’altro che florida, con moltissimi debiti sulle spalle.

  • 2007 – L’azienda viene ceduta e rilevata da Starfin;
  • 2009 – Il marchio Richard Ginori torna ad essere quotato in borsa grazie a un possibile piano edilizio che avrebbe visto la lucrativa conversione della manifattura di Sesto Fiorentino in unità residenziali;
  • 2012 – Purtroppo, a causa della pesantissima situazione debitoria, l’azienda di Sesto Fiorentino deve essere liquidata. L’attività produttiva viene sospesa e i 330 dipendenti sono messi in cassa integrazione;
  • 2013 – Nonostante due offerte di rilevamento dell’azienda, il tribunale di Firenze ha preferito decretare il fallimento della Richard Ginori.

Purtroppo per questa favola italiana non c’è stato un lieto fine ma per fortuna la storia non è ancora del tutto conclusa…

  • Acquisizione da parte di Gucci

A farsi avanti per acquistare lo storico marchio di pregio è un altro storico marchio di pregio: Gucci, che con un’offerta di 13 milioni di euro di porta a casa Richard Ginori e la fabbrica di ceramiche di Sesto Fiorentino.

Finalmente nel 2013 l’azienda riapre i battenti, anche se con una riduzione del personale.

Infine, nel 2020, Richard Ginori cambia di nuovo nome diventando solo Ginori in un ritorno alle origini.

2. Museo Richard-Ginori

Museo-Richard-Ginori

Il Museo Richard Ginori della Manifattura di Doccia voleva essere una capsula del tempo della produzione dell’azienda dalla sua data di fondazione ad oggi.

Purtroppo però, dopo il fallimento del marchio nel 2013, il museo è stato chiuso definitivamente il 14 maggio 2014. Il gruppo Gucci, infatti, scelse di non acquistare anche il museo che diventò patrimonio dello Stato nel 2017.

Finora sono stati fatti numerosi interventi per ristrutturare l’edificio, fortemente danneggiato da anni di incuria e degrado, mettendo al sicuro le collezioni e con la speranza di riaprire presto come struttura museale.

il 30 marzo 2017 il Ministro Dario Franceschini ha annunciato che lo Stato avrebbe acquistato il Museo di Doccia, fatto che poi andò in porto il 27 novembre dello stesso anno.

Infine, nel 2019, grazie anche alla straordinaria collaborazione degli Amici di Doccia, da sempre in prima fila per salvare questo importante pezzo di storia della città, è stato firmato l’atto costitutivo della Fondazione Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia.

“Quello di oggi è un passo ulteriore per salvaguardare e valorizzare una collezione eccezionale unica al mondo”

Così ha commentato il Ministro Franceschini nel corso dell’evento.

Oltre al catalogo dei tantissimi manufatti, sono stati salvati e conservati i calchi in cera della linea produttiva e gli archivi storici dell’azienda.

3. Richard Ginori oggi

L‘enorme struttura di oltre 200 metri di lunghezza che costituiva la fabbrica di San Cristoforo e Via Lodovico il Moro sta per ritornare a splendere con un nuovo progetto di qualifica che la vedrà trasformata nella sede del Campus di Milano Wpp.

Il piccolo villaggio ospiterà un supercondominio e 50 agenzie del gruppo di comunicazione e marketing internazionale.

I Campus Wpp sono realtà già consolidate in altre importanti città del mondo come Londra, New York e Shanghai, con oltre 100.000 dipendenti al suo attivo.

L’obiettivo di Wpp sarà in primis l’ecologia e il lavoro agile: nei grandi cortili saranno piantati alberi di ogni tipo, incluse palme e ulivi, ci saranno le biciclette di Bike-Mi, servizi di car sharing e car pooling, colonnine elettriche nei parcheggi dislocate nei diversi punti del campus e sarà del tutto bandito lo spreco di carta e il consumo di plastica.