Il Porto di Mare di Milano

Una mattina stai viaggiando sulla linea gialla M3 e l’occhio ti cade su quella fermata dal nome così inusuale per una metropoli che è nel bel mezzo della pianura padana.

Quale può essere la storia del Porto di Mare di Milano? Forse un tempo eravamo affacciati sull’Adriatico?

No, ma In un certo senso ci hanno provato…

Il Porto di Mare di Milano

Oggi Porto di Mare è un quartiere della zona sud di Milano, appena prima del quartiere Corvetto ma il suo destino, in base ai progetti originali, doveva essere ben diverso e sarebbe dovuto servire a dare nuovo lustro a un’attività di navigazione che ormai era diventata obsoleta.

Forse, però, l’idea era proprio troppo ambiziosa perché nonostante gli sforzi non fu mai portata a termine. E raccontando la storia del Porto di Mare non possiamo non parlare della seconda storia senza lieto fine di questa impresa, quella del progetto del nuovo canale Milano-Cremona-Po.

1. Contesto storico

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Porto di Mare negli anni cinquanta

Con la costruzione della Darsena e della Cerchia dei Navigli, Milano è stato uno dei porti più attivi ed importanti d’Italia per diversi secoli.

Le merci arrivavano in città attraverso fiumi, laghi e canali artificiali confluenti attraversando l’Italia e buona parte dell’Europa, rotte commerciali estremamente fiorenti che furono ulteriormente ampliate e migliorate con il susseguirsi degli imperatori stranieri che possedevano Milano.

Ma il passare del tempo, l’invenzione di ferrovie e automobili che rendevano più facile il trasporto delle merci (e più veloce) e la necessità di creare nuovi percorsi urbani per una città in continuo sviluppo hanno portato a un graduale abbandono del sistema dei Navigli e già nei primi anni del Novecento in molti premevano per la loro chiusura definitiva – cosa che avvenne nel 1930 con il loro quasi totale interramento.

Tuttavia c’era un progetto ambizioso che fremeva per venire alla luce: portare il mare più vicino a Milano.

2. Storia

Siamo nel 1907 e l’Ingegner Pirelli sottopone alla città di Milano un progetto per ampliare la potenza commerciale della rete fluviale, ormai già in declino, realizzando un Porto di Mare che potesse collegare la metropoli all’Adriatico via Po. Il progetto fu approvato nel 1917 e i lavori iniziarono piuttosto rapidamente, nel 1919.

Il punto scelto per realizzare la nuova e moderna darsena era quello già anticamente identificato dai Romani come naturale confluenza delle acque in entrata nella città, in zona Rogoredo.

La Darsena di Porta Ticinese era ormai troppo piccola per gestire il traffico di barconi colmi di carichi pesanti in transito sul Naviglio Grande e sul Naviglio Pavese, senza contare la difficoltà delle 12 conche di quest’ultimo che rallentavano la navigazione.

Ecco perché si sentiva l’esigenza di una zona più ampia e meglio attrezzata, attigua alla ferrovia e agli snodi urbani essenziali per tenere sempre in movimento le spedizioni.

Così si diede seguito al progetto per realizzare il moderno porto metropolitano.

  • 1919 – 1922

Gli scavi iniziarono subito e nel 1919 il sindaco di Milano Emilio Caldara fece installare una targa per celebrare l’imminente arrivo del Porto di Milano.

Se hai letto altri nostri articoli ricorderai che anche qualcun altro aveva gettato infausta sorte all’avvio dei lavori di opere destinate ad essere grandiose apponendo troppo presto delle targhe celebrative… Mi riferisco al Trofeo Fuentes e alla storia dello scavo del Naviglio Pavese.

I lavori partirono con un ottimo slancio anche grazie all’ampia disponibilità di disoccupati prostrati dalla guerra.

Ma il 17 dicembre del 1922 Mussolini, appena salito al potere, decise di chiudere tutti i porti della lombardia e in particolare volle porre immediata fine agli scavi della tratta Milano-Cremona-Po perché il fiume era troppo suscettibile alle secche stagionali e non avrebbe potuto garantire uno sfruttamento sufficientemente costante e proficuo a giustificare gli sforzi economici necessari per realizzare la tratta.

  • 1930 – 1941
Milano-Porto-di-Mare-1940
Milano Porto di Mare 1940

Dopo anni di abbandono in cui l’area era stata utilizzata come cava di fortuna e la faglia ormai risalita era stata reclamata dai pescatori locali, l’Ingegner Baselli propone al Comune di Milano un nuovo progetto per collegare Rogoredo al Naviglio Pavese.

Per alimentare il canale sarebbe stato realizzato un nuovo Naviglio Grande che avrebbe seguito un percorso diverso da quello già presente (e che è poi quello ancora attuale), permettendo la chiusura di parte dei due Navigli esistenti favorendo l’ulteriore urbanizzazione dell’area.

Il progetto fu approvato nel 1941, si iniziarono a fare i preventivi delle spese e a ripartire le diverse quote fra i comuni coinvolti, ma purtroppo tutto si fermò con l’ingresso nella Seconda Guerra Mondiale.

  • 1953 – 1999

Al termine della guerra, raccolti i cocci della città, piano piano Milano riprese le sue attività e si rispolverarono i progetti lasciati sospesi a causa degli eventi, fra questi anche quello di Baselli per realizzare la nuova darsena di Rogoredo.

Nel 1953 il progetto viene inserito nel nuovo piano regolatore, ma i lavori non partirono mai.

Seguirono invece anni di tira e molla:

  • 1961: viene pianificato il tracciato di realizzazione della tratta Milano-Cremona-Po e i tempi di realizzazione;
  • 1962: nasce il Piano Generale di Utilizzo delle Aree del Canale. Il Consorzio ha il permesso di espropriare le aree incluse nel tracciato;
  • 1970: viene istituita la Regione Lombardia;
  • 1972: viene fondato il Consorzio Canale Milano-Cremona e avviati i primi scavi per una lunghezza di 17 km da Cremona a Pizzighettone;
  • 1973: la cava del Porto di Mare viene utilizzata come discarica dal Comune di Milano su concessione del Consorzio;
  • 31 Marzo 1979: la Darsena viene ufficialmente chiusa con una cerimonia dopo l’ingresso dell’ultimo barcone merci;

Negli anni ‘80 e ‘90 Milano vide una fortissima espansione urbana, furono realizzate nuove strade, le tangenziali e nuove linee metropolinane che scombussolarono ancora di più i piani per la realizzazione del Porto di Mare. Al suo posto a Rogoredo è stata dedicata la fermata omonima dove oggi sorge un fervente agglomerato abitativo.

3. Il rilancio di Porto di Mare

Siamo negli anni 2000 e il progetto del collegamento Milano-Cremona-Po tramonta quando la Regione Lombardia scioglie il Consorzio ma l’idea resta e nel 2016 la Commissione Europea inserisce il collegamento Milano-Adriatico tra gli interventi prioritari da realizzare, predisponendo nuovi studi di fattibilità.

L’Agenzia Interregionale per il Fiume Po (AIPO) incaricata della pianificazione del nuovo progetto avrebbe identificato un modo per portare a compimento la tanto agognata opera sfruttando un canale già esistente, il Canale della Muzza, incrociando anche la linea dell’Alta Velocità.

Tuttavia, dal 2016 ad oggi non è ancora stato fatto nulla per avviare i lavori né si sa se mai sarà davvero possibile.