Il Naviglio Paderno

Con la costruzione del Naviglio Paderno si completò la cerchia dei Navigli di Milano.

Grazie a questo breve corso d’acqua che scorre parallelo all’Adda, si poteva navigare in modo fluido dal Lago Maggiore al Lago di Como senza bisogno di trasbordi o di traino delle barche.

Un altro progetto ambizioso, forse un po’ troppo per i mezzi dell’epoca, in cui ancora una volta Leonardo fu fondamentale.

Il Naviglio Paderno

Breve, brevissimo (solo 2,6 km di lunghezza) ma con una pendenza di oltre 27 metri: il Naviglio Paderno è stata una vera e propria sfida d’ingegneria per cui furono necessari 2 secoli di progettazione e lavori.

1. Idrografia

  • Lunghezza: 2,6 km
  • Dislivello: 27 metri
  • Ampiezza: 11 metri
  • Profondità (minima): 1,20 metri

2. Storia

Naviglio-Paderno-storia

Proprio come per il Naviglio Pavese che aveva sostituito il Bereguardo, anche il Naviglio Paderno fu progettato per evitare di dover scaricare le merci e trasportarle a terra prima di far riprendere loro la navigazione.

Se per il primo mancava proprio un collegamento fra Ticino e Naviglio Grande, in questo caso si trattava di una strettoia nel fiume Adda che impediva ai barconi che trasportavano carbone, legname e altri beni ingombranti e pesanti di proseguire la loro risalita.

Fu così che Francesco I iniziò a pensare a come collegare il Lago Maggiore e il Lago di Como e nel 1516 incaricò Leonardo di trovare una soluzione.

Nel 1518 si scelse di realizzare un breve canale che costeggiasse proprio l’Adda nel suo punto non navigabile. Seppure breve, però, questo tratto presentava l’apparentemente insormontabile difficoltà dei 27 metri di salto del dirupo di Paderno.

Benedetto Missaglia, padre del progetto, pensò che per poter superare il dislivello si potessero realizzare 10 conche ma i lavori furono interrotti già nel 1521 a causa della guerra fra Francesco I e Carlo V e della successiva ondata di peste che mise letteralmente in ginocchio il ducato.

Negli anni a seguire furono diversi i progetti sottoposti alla città di Milano per realizzare l’opera e fu solo nel 1580 che si approvò quella di Giuseppe Meda i cui lavori iniziarono nel 1591 ma ben presto a causa dell’ammanco di denaro si faticava sempre di più ad andare avanti e, nell’inverno del 1593, a causa del gelo, i lavori si fermarono del tutto.

Un progetto particolarmente infausto per il povero ingegnere Meda che venne addirittura imprigionato con l’accusa di “cattive direzioni e difetti di esecuzione dell’opera convenuta”. Morì solo e amareggiato nel 1599.

L’opera fu lasciata incompiuta sino al 1773 quando Maria Teresa D’Asburgo inseguì con determinazione l’obiettivo di unire i due laghi e l’11 ottobre del 1777 finalmente il nuovo Naviglio vide la luce.

3. Le conche

Ad aver reso possibile la sua realizzazione furono il matematico Pietro Nosetti e la famiglia di appaltatori svizzeri Fè che risolsero il problema del salto con 6 conche di medio salto a partire dal Sasso di San michele:

  • Conchetta
  • Conca vecchia
  • Conca delle fontane
  • Conca grande
  • Conca di mezzo
  • Conca dell’Adda

4. Il Traffico

Inizialmente il Naviglio Paderno fu molto fruttuoso e prospero. Sulle sue acque si alternavano carichi molto pesanti di legno, carbone, ferro ma anche generi alimentari di varia natura incluso il pescato.

Questo canale artificiale era in grado di sostenere un traffico piuttosto intenso con imbarcazioni da 25 – 36 tonnellate che viaggiavano in convogli di 10 o 13 unità.

Inoltre sia il Lago Maggiore che il Lago di Como (e svariate località lungo la tratta) attraevano i turisti e i nobili milanesi che in queste zone avevano proprietà di villeggiatura, proprio come sulla Martesana.

Non a caso, già subito dopo la sua inaugurazione nel 1780 con una navigazione di collaudo, fu istituito un servizio di trasporto civile regolare fra le due destinazioni del tutto simile a quello già in vigore sul Ticino.

Tuttavia, nonostante gli incredibili sforzi per realizzare questo Naviglio, il tempo decretò la sua dismessa.

Fra numerosi incidenti, rallentamenti di sorta, livelli insufficienti di acqua poiché prelevata per irrigare, e altre situazioni concomitanti che rendevano la tratta disagevole per i mercanti, verso la fine dell’Ottocento il suo utilizzo diventò sempre più rado fino a cessare del tutto con l’introduzione della ferrovia Lecco-Milano nel 1930.

4. Ripristino

Oggi il Naviglio Paderno è un semplice corso d’acqua su cui non si svolgono né attività di trasporti commerciali né turistici, le sue acque non sono utilizzate nemmeno per l’irrigazione, ma da tempo si sta pensando di ripristinare il “Naviglio di Leonardo” per valorizzare questo capolavoro d’ingegneria nell’ottica del turismo storico-ambientale, ad esempio con tour guidati in battello.